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LA PANDEMIA AI TEMPI DELLA SPAGNOLA

pandemia spagnola
Passeggeri di un autobus negli Stati Uniti vengono
invitati ad usare la mascherina.

 

Il Covid 19 che circola per il mondo ha costretto gli organi di informazione a far paragoni con un’altra pandemia mondiale: l’influenza “spagnola” che dopo la grande guerra colpì pesantemente la popolazione.

In zona non si hanno notizie di utilizzo di mascherine, come si vedono nelle foto del tempo nelle grandi città: si parla solo di “sequestro fiduciario” che corrisponde all’attuale quarantena.

Sappiamo che la Spagna non c’entra nulla, fu solo la prima a parlarne.

A Illasi cosa successe in quel periodo? Controllando i registri parrocchiali troviamo che nel 1918 i deceduti totali sono stati ben 81. In quegli anni i preti non erano tenuti a specificare il motivo della morte, come ebbero a fare con il cholera, e allora, per ipotizzare quanti di questi furono colpiti da questa influenza, facciamo riferimento alla media ricavata su dieci anni e si hanno 45 morti. Ciò vuol dire che la spagnola portò quasi a raddoppiare i decessi.

Volendo fare un raffronto con un’altra parrocchia, magari di montagna, dove l’aria è più sana e le persone più distanziate, vediamo che a Velo veronese nel 1918 i morti furono in totale 58. Sempre con lo stesso sistema di calcolo approssimativo, si hanno 32 persone morte. Anche in parrocchia di Velo la spagnola quasi raddoppiò i decessi indipendentemente dalla salubrità del luogo.

Cercando informazioni sulla pandemia della spagnola, ci si imbatte in un detto: “a Tregnago no taca gnente, gnanca la spagnola”. Non c’è bisogno di traduzione; ma i ricordi tornano indietro di qualche decina di anni e allora si scopre l’invidia di alcuni paesi limitrofi, perché a Tregnago le iniziative amministrative, industriali e culturali avevano “tacato” … eccome!

Ma la spagnola? Si ha “tacato” anche quella. Infatti nel 1918 la parrocchia di Tregnago registra 144 defunti, che però vanno depurati di ben 56 “militi dell’infermeria d’Armata” presente in vallata. Con il solito sistema di media abbiamo il numero di 50. Il che dimostra come questa malattia si diffuse in maniera omogenea.

Ciò significa che i proverbi e i detti sono fatti per essere smentiti. Nel numero precedente de La Piazza abbiamo ricordato i morti di “cholera vinaccia” che si ebbero in parrocchia di Illasi. Qualcuno si è detto interessato a quello che avvenne a Cellore. Non sono disponibili i dati del 1835 ma nel 1855 i morti totali sono 58 di cui certificati uccisi dal cholera sono in numero di 13, tutti concentrati tra il 7 luglio e il17 agosto.

In quel periodo la parrocchia di Cellore aveva una popolazione di poco meno di 650 persone. A questo punto bisogna menzionare Cellore anche per quanto riguarda la spagnola. Nel 1918 i decessi totali sono 23, il che, con la consueta media, porterebbe a 15 morti. Potremmo pertanto dire che Cellore se la cavò un po’ meglio di altre parrocchie. 

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