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LA LEGGENDA DELLA PASTAFROLLA…

La pastafrolla sul tavoloC’era una volta un ragazzino, in un paese molto distante da Illasi, che, a scuola, quando si arrivò a studiare gli antichi Greci e la loro mitologia, si alzò e raccontò più o meno questa storia. Chi ce l’ha segnalata ci assicura che lui ha aggiunto poche cose, solo per abbellirla, ma che la trama è quella sentita da quel ragazzino che c’era una volta.

Gli dei dell’Olimpo con Giove in testa, erano abituati, ogni tanto, a far visita ai più bei luoghi sulla Terra. Quella volta scelsero di visitare la valle di Illasi. Gli abitanti, molto contenti, accompagnarono gli dei ad ammirare le più belle cose della valle.

La bellissima e pallida Selene (la dea della luna), sorella di Elio (il sole) e di Eos (l’aurora), che si diceva fosse molto intima di Giove, da cui ebbe come figlia Erse (la rugiada), in particolare fu portata a vedere la grande e antica foresta di Summolena che partiva da Montecurto e che copriva di alberi le colline su fino al monte Guala e oltre su verso le montagne della Lessinia. Impressionata da tanta estensione promise che avrebbe insegnato agli uomini il modo di tagliare gli alberi e ricavare campi fertili da coltivare.

I valligiani, tutti contenti, fecero vedere allora l’irruente potenza distruttiva del Progno di Illasi.

Lei, ancora una volta impressionata, dimenticò la prima promessa e ne fece un’altra: -Vi insegnerò a contenere questa furia!-

Gli illasiani, ancora più felici, accompagnarono la dea Selene a vedere i forni dove i “pistori” (fornai) stavano cucinando del favoloso e croccante pane. Selene entusiasta, dimenticò anche la seconda promessa e disse agli uomini:- Prometto che vi insegnerò a fare un dolce!-

Prese farina, uova, burro, sale e zucchero e dopo aver impastato, fece cuocere agli uomini, un bel dolce sottile e rotondo: la pastafrolla. Ma aver mantenuto la terza promessa le costò caro. Le donne gelose del fatto che gli uomini fossero diventati così bravi a cuocere quel dolce, si infuriarono e di notte uccisero Selene.

A quel punto Giove, potente sì ma non tanto da poterle ridare la vita, la pose in cielo sopra la valle e così durante le limpide notti di luna piena la si può ancor oggi ammirare là, bella luminosa e rotonda come una magica pastafrolla.

Gli uomini rimasti senza consigli divini ci impiegarono parecchi anni a ricavare dalla foresta campi fertili e a frenare il Progno ci riuscirono solo a prezzo di grandi litigi tra le comunità.

Invece, gli stessi uomini, Francesco, Domenico, Luigi, Domenico, Luigi, Giuseppe e ancora Domenico, divennero esperti “pistori” e la buonissima pastafrolla da moltissimi anni è un dolce tipico molto famoso in Valle d’Illasi.

Del ragazzino che raccontò questa storia non si conosce ne la provenienza ne il nome, ma visto che al ritorno dalle vacanze portava ai suoi compagni di scuola dei dolci, di lui si ricorda solo il soprannome: “ el pastafrola”.

 

di Lino Pozzerle

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