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ARTIGIANO DEL MARMO, NEL PAESE DEL LEGNO

Abita ai Bernardi di Selva, dove da sempre si lavora il legno, ma lui preferisce raccogliere e lavorare le pietre della Lessinia.

Mario Ferrazzetta, pensionato della classe 1943, abita a Selva di Progno e più precisamente nella contrada dei Bernardi; può vantare parentela con Monsignor Settimio Arturo Ferrazzetta, primo Vescovo e Primate della Guinea Bissau (1924-1999) nato proprio in questo luogo; la sua casa nell’estate 2019 è stata restaurata e adibita a piccolo museo, anche con il contributo di Mario, di altri parenti e di volontari.

La Contrada Bernardi è quel gruppo di case che sorge sulla strada che porta a Giazza, poche centinaia di metri prima del bivio per Velo Veronese.

Ebbene, gli abitanti dei Bernardi e di Selva di Progno, grandi artigiani del legno, sono detti “Derlari di Progno” cioè fabbricanti dei “derli”.

Per spiegare cos’è il “derlo” ci vorrebbe troppo spazio, limitiamoci a dire che si tratta di una particolare gerla, dalla forma unica e tipica della Lessinia, costruita con striscioline di legno di nocciolo intrecciate, atta al trasporto di vari materiali, che viene caricata sulle spalle a mo’ di zaino.

Da notare che “derlo” è maschile, mentre la traduzione “gerla” è femminile: questo può far confusione con “derla” al femminile, che però è solo il bilanciere per trasportare, sempre a spalle, due secchi sospesi ai ganci delle estremità.

Gli artigiani di Selva sono bravissimi costruttori di rastrelli, cesti, suole di legno per zoccoli e per le “sgalmare” (le scarpe di una volta), attrezzi da cucina, collari per animali e tutto quello che serve alla vita dei montanari, e non solo.

I più bravi costruttori di “derli” sono da sempre gli abitanti de I Bernardi. Mario però ha lasciato alla famiglia Rezzele questo storico lavoro e si è messo a lavorare la pietra.

A dir la verità Mario egli ha sempre lavorato nel settore del marmo, così al momento della pensione ha continuato a produrre oggetti vari di questo materiale.

Non c’è casa in zona che non abbia porte, finestre contornate da marmi lavorati da Mario. Lui però si sbizzarrisce anche con capitelli, fontane, pozzi e panchine da giardino.

È anche un componente della “Compagnia della Ringaja” associazione che raggruppa vari artigiani della Lessinia che portano in giro per le feste di paese i loro prodotti che con tanta passione costruiscono.

Mario come socio della Compagnia porta in piazza i suoi oggetti in marmo: posa cenere, mortai da cucina, fermacarte e fermaporta ecc …

Le pietre che lui usa sono della Lessinia: le trova girando per monti e valli: sono il rosso di Verona, il giallo reale e una particolare pietra simile all’onice trovata in un posto che vuole tener segreto.

Non disdegna di passare dalle segherie del posto per cercare ritagli di marmi nazionali ed esteri, alcuni di particolare durezza ma dai colori esotici.

Per la costruzione di un oggetto ci impiega dalle sei alle otto ore e si capisce bene che non ci sono guadagni, ma solo la passione che lo accomuna agli altri artigiani, disponibili ad animare le piazze dei paesi che li richiedono coi lavori di una volta.

 

di Lino Pozzerle

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